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© Studio di Psicoterapia e Psicologia Giuridica - Dott.ssa Daniela Girino - Psicoterapeuta Psicoanalista

Via C. Moro 17, 35141 Padova - Tel. 049 659657 - Cell. 338 9944887 - P.IVA 03223130281

Iscrizione Albo Psicologi Regione Veneto n°. 2518 del 02/05/1996

…"L'immagine riproduceva, a un terzo delle dimensioni naturali, una completa figura femminile nell'atto di camminare: una donna ancor giovane, ma non più bambina [...] Nel modo in cui la figura era riprodotta  traspariva qualche cosa di umano e di comune (ma non nel senso deteriore), in certo modo qualcosa di moderno. [...] Una figura slanciata e snella, la cui capigliatura lievemente ondulata era quasi completamente stretta da una sciarpa leggera. Non vi era alcuna civetteria nell'espressione del volto sottile; i suoi tratti raffinati esprimevano piuttosto una serena indifferenza per quanto si svolgeva intorno, l'occhio era tranquillamente rivolto davanti a sé, e lo sguardo non appariva turbato né da cose materiali né da complicazioni interiori. Così la giovane donna non colpiva tanto per una sua bellezza plastica; piuttosto possedeva una grazia naturale, semplice, virginale, che sembrava infondere vita all'immagine di pietra. Vi contribuiva notevolmente il movimento in cui la giovane donna era rappresentata. Col capo lievemente reclinato, tratteneva la veste assai ampia che scendeva dalle spalle alle caviglie, così che erano visibili i piedi nei sandali. Il piede sinistro era avanti, e il destro sul punto di seguirlo toccava appena con le punte delle dita il terreno, mentre la pianta e il calcagno si alzavano quasi verticalmente. Questo movimento dava una doppia impressione: soprattutto quella di una lieve agilità nel passo, ma insieme anche quella di una stabilità. Questo librarsi in volo, congiunto alla sicurezza dell'incedere, conferiva all'immagine la sua grazia specifica".       Questa è la scena d'apertura di Gradiva, racconto lungo dello scrittore tedesco Wilhelm Jensen pubblicato nel 1903, nel quale il giovane archeologo Norbert Hanold vede in un museo il bassorilievo di una fanciulla che cammina (Gradiva significa "colei che avanza") e ne rimane colpito al punto di procurarsi un suo calco in gesso, da portarsi a casa. Osservando la figura, che cattura tutte le sue energie vitali, l'archeologo viene preso da strani sogni e da idee deliranti. Sogna ad esempio che la statua possa animarsi e che la donna possa poi essere seppellita viva sotto la cenere dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L'archeologo viene ricondotto alla realtà grazie all'aiuto della ragazza che è al centro del suo stesso delirio.    Nel viaggio a Roma del 1907 Freud potè prendere diretta visione del bassorilievo originale della Gradiva nei Musei Vaticani. Egli fu affascinato dal sogno di sapore archeologico narrato nella novella e lo collegò alla sua ricerca psicoanalitica, pubblicando nel 1907 il saggio: “Il delirio ed i sogni nella Gradiva di Wilhelm Jensen”. Freud iniziò così a mettere in relazione la logica dei sogni e quella dei deliri, vedendo nel lavoro di Jensen una scoperta intuitiva di quanto la psicoanalisi metteva in evidenza a livello concettuale. Lo psicoanalista poté prendere così per la prima volta coscienza della grande affinità fra psicoanalisi ed arte, che hanno in comune il terreno dell'inconscio e soprattutto quei sogni che "non sono stati sognati da alcuno e che sono stati invece inventati dai poeti". L'autore della novella, Jensen, interpellato da Freud, negò più volte di conoscere la psicoanalisi e la psichiatria, per cui Freud finì per convincersi dell'esistenza della "sapienza poetica" che rende affini le tematiche dell'arte e della psicoanalisi.               Gradiva è la fanciulla che avanza, ma non solo. Gradiva è la fanciulla che si sposta, cioè che cambia stato: viene da uno stato e procede verso un altro; cioè, cambia. Il suo muoversi a piedi nudi da uno stato ad un altro è la vita stessa, fatta di innumerevoli mutazioni, cioè di continue nascite e morti. L'artista del IV secolo che probabilmente ha avuto il semplice compito di scolpire un'icona funeraria, ha congelato in un'istantanea, il divenire. Ha letto il significato più profondo delle mutazioni di stato della vita. In quest'icona del divenire, c'è la melanconia per qualcuno che se ne va altrove (senza guardarti) e la confortante rassicurazione per chi l'ha amata, di vederla andare altrove e non di scomparire per sempre. Perchè la Gradiva è -- certo -- la fanciulla che avanza, ma avanzando, spostandosi, "cambia stato", cioè cambia.  Gradiva è anche un'immagine di mutamento, di trasformazioni.

GRADIVA… IL CAMBIAMENTO

Studio di Psicoterapia e Psicologia Giuridica Dott.ssa Daniela Girino

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…"L'immagine riproduceva, a un terzo delle dimensioni naturali, una completa figura femminile nell'atto di camminare: una donna ancor giovane, ma non più bambina [...] Nel modo in cui la figura era riprodotta  traspariva qualche cosa di umano e di comune (ma non nel senso deteriore), in certo modo qualcosa di moderno. [...] Una figura slanciata e snella, la cui capigliatura lievemente ondulata era quasi completamente stretta da una sciarpa leggera. Non vi era alcuna civetteria nell'espressione del volto sottile; i suoi tratti raffinati esprimevano piuttosto una serena indifferenza per quanto si svolgeva intorno, l'occhio era tranquillamente rivolto davanti a sé, e lo sguardo non appariva turbato né da cose materiali né da complicazioni interiori. Così la giovane donna non colpiva tanto per una sua bellezza plastica; piuttosto possedeva una grazia naturale, semplice, virginale, che sembrava infondere vita all'immagine di pietra. Vi contribuiva notevolmente il movimento in cui la giovane donna era rappresentata. Col capo lievemente reclinato, tratteneva la veste assai ampia che scendeva dalle spalle alle caviglie, così che erano visibili i piedi nei sandali. Il piede sinistro era avanti, e il destro sul punto di seguirlo toccava appena con le punte delle dita il terreno, mentre la pianta e il calcagno si alzavano quasi verticalmente. Questo movimento dava una doppia impressione: soprattutto quella di una lieve agilità nel passo, ma insieme anche quella di una stabilità. Questo librarsi in volo, congiunto alla sicurezza dell'incedere, conferiva all'immagine la sua grazia specifica".       Questa è la scena d'apertura di Gradiva, racconto lungo dello scrittore tedesco Wilhelm Jensen pubblicato nel 1903, nel quale il giovane archeologo Norbert Hanold vede in un museo il bassorilievo di una fanciulla che cammina (Gradiva significa "colei che avanza") e ne rimane colpito al punto di procurarsi un suo calco in gesso, da portarsi a casa. Osservando la figura, che cattura tutte le sue energie vitali, l'archeologo viene preso da strani sogni e da idee deliranti. Sogna ad esempio che la statua possa animarsi e che la donna possa poi essere seppellita viva sotto la cenere dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L'archeologo viene ricondotto alla realtà grazie all'aiuto della ragazza che è al centro del suo stesso delirio.    Nel viaggio a Roma del 1907 Freud potè prendere diretta visione del bassorilievo originale della Gradiva nei Musei Vaticani. Egli fu affascinato dal sogno di sapore archeologico narrato nella novella e lo collegò alla sua ricerca psicoanalitica, pubblicando nel 1907 il saggio: “Il delirio ed i sogni nella Gradiva di Wilhelm Jensen”. Freud iniziò così a mettere in relazione la logica dei sogni e quella dei deliri, vedendo nel lavoro di Jensen una scoperta intuitiva di quanto la psicoanalisi metteva in evidenza a livello concettuale. Lo psicoanalista poté prendere così per la prima volta coscienza della grande affinità fra psicoanalisi ed arte, che hanno in comune il terreno dell'inconscio e soprattutto quei sogni che "non sono stati sognati da alcuno e che sono stati invece inventati dai poeti". L'autore della novella, Jensen, interpellato da Freud, negò più volte di conoscere la psicoanalisi e la psichiatria, per cui Freud finì per convincersi dell'esistenza della "sapienza poetica" che rende affini le tematiche dell'arte e della psicoanalisi.               Gradiva è la fanciulla che avanza, ma non solo. Gradiva è la fanciulla che si sposta, cioè che cambia stato: viene da uno stato e procede verso un altro; cioè, cambia. Il suo muoversi a piedi nudi da uno stato ad un altro è la vita stessa, fatta di innumerevoli mutazioni, cioè di continue nascite e morti. L'artista del IV secolo che probabilmente ha avuto il semplice compito di scolpire un'icona funeraria, ha congelato in un'istantanea, il divenire. Ha letto il significato più profondo delle mutazioni di stato della vita. In quest'icona del divenire, c'è la melanconia per qualcuno che se ne va altrove (senza guardarti) e la confortante rassicurazione per chi l'ha amata, di vederla andare altrove e non di scomparire per sempre. Perchè la Gradiva è -- certo -- la fanciulla che avanza, ma avanzando, spostandosi, "cambia stato", cioè cambia.  Gradiva è anche un'immagine di mutamento, di trasformazioni.
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